Recensioni

https://www.flaminioboni.it/?s=MALDAMORE

Maldamore è una divertente commedia scritta da Angelo Longoni andata in scena al Teatro Petrolini.

Ad interpretarla un gruppo di attori semi professionisti molto coeso e ricco di energia.

La storia è una classica commedia all'italiana: Paolo (Simone Carchia) è un musicista e sta con Sandra (Simona Mazzanti); la sorella di Paolo, Veronica (Valentina Grimaldi), è amica di Sandra e sta con Marco (Gianpaolo Quarta).

Una sera Paolo e Marco si confessano a vicenda di aver tradito le rispettive compagne, ma non sanno che loro li stanno ascoltando.

Le coppie si divideranno: Marco andrà a vivere da Paolo e Sandra da Veronica.

Nasceranno gag esilaranti tra divertenti conflitti, scenate in pubblico, prese di coscienza e ripensamenti nel tentativo di recuperare il recuperabile.

La commedia è molto divertente e ha un bel ritmo; l'interpretazione di questi bravi attori è energica, simpatica e frizzante.

Quattro buoni interpreti, affiatati e ben amalgamati che mantengono un bel ritmo per tutto il tempo della rappresentazione.

Bravi nel caratterizzare i propri personaggi con piccole manie o voci e cadenze particolari interagendo con simpatia e disinvoltura.

Scambi rapidi, battute veloci, coinvolgimento del pubblico: tutto ben amalgamato dalla mano del regista Luca Monti.

In scena quattro poltrone, che, spostate, girate, capovolte formano ogni volta terreno di incontro e scontro, unendo e dividendo i protagonisti.

https://www.flaminioboni.it/?s=FEMMINARIUM

Scritto e diretto da Andrea Monti e ispirato al bestiario medievale, Femminarium è un testo che muove per associazioni di idee e pensieri, per connessioni a volte naturali altre volte giocosamente forzate, in cui viene presentato il mondo mutevole e imperscrutabile delle donne.

I toni della narrazione partono dal drammatico per svilupparsi poi in una vera e propria farsa.

La penna dell'autore affonda nell'incommensurabile mondo femminile rimanendo intrappolata in un viluppo di tipici atteggiamenti contrastanti, ma sempre realistici.

Entriamo così in un mondo matriarcale in cui la donna pone e dispone, crea e distrugge, innalza e annienta, ogni volta in maniera diversa, come seguendo un capriccio del momento, che verrà, però, sempre sostenuto e difeso da un solido, anche se a volte improbabile, ragionamento che, partendo dall'esperienza diretta, mutuata a sua volta dal modo percepire proprio delle donne, vuole innalzarsi a scientifico ed esige rispetto e accettazione da parte dell'uomo.

Il mondo femminile viene declinato in innumerevoli modi e maniere: troviamo, con passaggi a volte pindarici da non essere comprensibili dalla limitata mente maschile, un carico di emozioni e pensieri del mondo femminile che ci vengono sbattuti in faccia con forza, determinazione e disperazione.

La donna richiede appagamento, rispetto, considerazione; la donna pianifica il futuro, non solo il suo, ma anche quello del suo uomo, anzi lei pianifica anche come dovrà essere il suo uomo ancora primo di incontrarlo e in questa ricerca dell'ideale si perderà miseramente, ma caparbiamente rincorrendo un ideale che non c'è.

Prenderà consapevolezza delle sue alte aspettative, ma, nonostante questo, continuerà a cercare e a pianificare perché ai suoi occhi, ma soprattutto alla sua mente, il problema non saranno mai le aspettative troppo alte e rigide, ma sempre l'inadeguatezza dell'uomo.

Attraverso vari piccoli racconti di vita appariranno sul palco ogni volta mille donne: donne frustrate e rancorose; donne forti e donne deboli; donne stanche e donne indipendenti; donne tristi, ma fiere e indipendenti; deluse dall'uomo, ma sempre in cerca dell'uomo vero e dell'Amore.

Donne volubili, fragili, ma anche velenose con una grandissima a volte disperata voglia di maternità, talmente forte che le porterà a considerare l'uomo come un mero mezzo, uno strumento non del piacere (sarebbe troppo pretendere anche quello), ma della fecondazione.

Tutte queste donne sono una e centomila, mai nessuna: ognuna può racchiudere nello stesso momento più caratteristiche di quelle descritte sopra, e altre ancora, in virtù di quel meraviglioso carattere uterino del quale fanno grande sfoggio e di cui vanno orgogliose.

Nel dispiegarsi di questo mondo femminile convulso e frenetico, incomprensibile per la mente umana, il maschio non può fare altro che soccombere.

Tutto questo mondo viene raccontato dalla voce delle sei protagoniste in un susseguirsi di parole in piena, musica e canzoni tra il comico e il surreale.

Il tutto arricchito dalla scelta del dialetto romanesco in un linguaggio diretto, brusco ed efficace.

Brave le ragazze Valenitina Grimaldi, Simona Mazzanti, Roberta Provenzani, Lisa Recchia, e Paola Zaro a mantenere il ritmo serrato delle battute e lo scambio continuo di ruoli, accompagnate dalle coregorafie di Giorgia Valeri e dall'unico uomo sul palco, Umberto Papadia, menestrello e cantastorie che accompagna le canzoni con la sua chitarra e, tra l'altro, autore delle musiche originali.

https://www.dramma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=19509:femminarium&catid=39&Itemid=14

La Compagnia Dupla Carga ha debuttato il 3 marzo, e sarà in scena fino a martedì 8, al Teatro Elettra, probabilmente uno dei teatri più piccoli, ma anche graziosi, di Roma e forse d'Italia, con lo spettacolo Femminarium, scritto e diretto da Andrea Monti. Uno spettacolo molto originale, catalogabile se proprio necessario nel genere del teatro-canzone, ma che è anche un po' musical, varietà, cabaret e teatro di prosa. In scena cinque scatenate attrici, una ballerina e un uomo, che accompagna le azioni sceniche suonando e cantando dal vivo. Il tema dello spettacolo, come chiaramente mostra il titolo e come viene esposto nel programma di sala, è la donna: "Cosa vogliono le donne? Cosa meritano? Cosa sentono? Cosa vuol dire essere donna?" In realtà, a me è sembrato, che il tema sia più incentrato sul rapporto che la donna ha con l'altro sesso

anche in funzione della più grande (ma non l'unica) vocazione naturale che è la procreazione e la maternità. Lo spettacolo è un continuo alternarsi di brevi o brevissimi monologhi, dialoghi, frammenti di situazioni, canzoni cantate e suonate dal vivo e pezzi di danza. Il flusso continuo e giustapposto di tutti questi frammenti compone in modo omogeneo, come un puzzle dalle mille piccole tessere, un quadro sfaccettato e colorito, malinconico e divertente, intimo e sguaiato, di donne in diverse fasi della loro vita, dall'adolescenza alla maturità. Parlano soprattutto di uomini, queste donne in scena, delle avventure, delle speranze, delle delusioni, delle contraddizioni tra ciò che credono di volere e ciò che vogliono veramente, della rabbia e del risentimento, della passione, della voglia di sognare, di fuggire o divertirsi. Parlano dei difetti degli uomini ma mostrano anche i loro. Non parlano delle virtù degli uomini e mostrano di non avere la consapevolezza delle proprie. Frammenti di storie inventate dall'autore ma anche suggerite, raccolte o "rubate". Il testo in romanesco fitto e articolato, con ricercatezze e rime che si alternano a modi di dire più comuni e usuali, realizzato in scena da una regia fantasiosa e rigorosa che consente agli artisti in scena di mantenere un ritmo serrato per quasi tutta la durata dello spettacolo. A belle canzoni originali si affiancano pezzi storici, tra gli altri, di De Andrè, dei Doors, dei Pink floyd (bellissima l'esecuzione di Umberto Papadia e Lisa Recchia di "Mother"). Un "bestiario" vivace e vero che fa divertire, pensare ed emozionare e che mi sento di consigliare a tutti.

https://www.flaminioboni.it/?s=VERIT%C3%A0+E+NO

Verità...e no è una commedia divertente e dal ritmo incalzante scritta da Samuel Krapp, pseudonimo che potrebbe far pensare ad un omaggio al Krapp di Samuel Beckett.

Alessia e Simone sono fidanzati da quattro anni e la loro storia è ormai al capolinea, ma anziché trovare il coraggio di lasciarsi, decidono di sposarsi, nella speranza, forse, di dare una ravvivata al loro rapporto.

Vittime dell'abitudine e forse spaventati al pensiero di rimanere soli e ricominciare tutto da capo, i due confidano il proprio stato d'animo ai migliori amici, Chiara e Giacomo in cerca di consigli.

Non tutto però potrebbe essere come sembra: ognuno di loro nasconde dei segreti, pensieri reconditi, azioni da cancellare.

In un vortice di intrecci relazionali tra i quattro protagonisti si svolge una storia sempre sul filo del "è così, ma potrebbe essere diversamente" in uno scambio continuo dei punti di vista. Ognuno dei personaggi agisce e subisce, fa e disfa in un caleidoscopio di divertenti eventi che li porteranno a confrontarsi l'uno con l'altro e tutti insieme in un gioco a come sarebbe potuto essere.

Il testo, davvero bello e ben scritto, è una precisa e attenta analisi di coppia e delle possibili e varie relazioni che possono esistere e anche delle diverse reazioni che possono essere provocate da stimoli simili.

Ad interpretare questa divertente storia, quattro affiatati attori che dimostrano un ottimo rispetto dei tempi teatrali, là dove tempo e ritmo sono parte sostanziale della rappresentazione.

Alessia Tona, anche regista, Maurizio Canforini, Simona Mazzanti e Gianpaolo Quarta si muovono con dimestichezza sul piccolo palco incrociandosi, sfiorandosi, incontrandosi, creando ogni volta scene e ambienti diversi, lasciando aperte alla storia diverse soluzioni.

Il resto lo dovete vedere a Teatro!

Verità...e no è uno spettacolo ironico che dà spunti sulla vita di coppia; molto buona la regia di Alessia Tona, che riesce ad inquadrare con continuità scene diverse, come quei quadri a pannelli che già singolarmente rappresentano un'immagine e poi, affiancati, ne creano un'altra simile, ma più ampia e dettagliata.

Completano l'allestimento le belle musiche originali di Davide Tamburrino e una scenografia curata nei particolari e duttile alla rappresentazione dei d


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